Sapevate che…il primo supporto audio è stato il cilindro di Edison?
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- Date 08/12/2020
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IL PRIMO SUPPORTO AUDIO: IL CILINDRO
L’INVENZIONE DEL FONOGRAFO
IL PRIMO SFRUTTAMENTO COMMERCIALE
EDISON AVVIA LA PRODUZIONE DI CILINDRI E FONOGRAFI
I CILINDRI “GOLD MOULDED”: LA PRODUZIONE DI MASSA
LA FINE DELL’ERA DEI CILINDRI
IL CILINDRO E IL JAZZ
LA COLLEZIONE DI SIENA JAZZ
RISORSE WEB
IL PRIMO SUPPORTO AUDIO: IL CILINDRO

Per le generazioni ormai abituate alla musica digitale, che ha trasformato la registrazione audio in un file svincolato dal suo supporto, è difficile ma istruttivo tornare al momento – decisivo per lo sviluppo e l’affermazione del jazz – in cui per la prima volta le immateriali onde sonore, variazioni infinitesime di pressione atmosferica, vengono catturate e riprodotte su un oggetto, rese per la prima volta riproducibili: un sogno che l’umanità aveva sempre avuto.
L’INVENZIONE DEL FONOGRAFO

La prima forma di registrazione avviene sul fonografo a cilindro, invenzione risultata dalla ricerca che Edison aveva svolto per altre due invenzioni, il microfono e il telefono. Nel 1877 Edison lavorava su una macchina che riuscisse a registrare messaggi telegrafici lasciando una traccia su un nastro di carta, in modo da poter poi ritrasmettere i messaggi registrati. Da questo lavoro Edison arrivò all’idea che anche un messaggio telefonico potesse essere registrato in maniera analoga. Cominciò a sperimentare con un diaframma collegato a una punta di incisione pressata contro carta paraffinata che si muoveva rapidamente: le vibrazioni causate sul diaframma dalle onde sonore avrebbero lasciato dei solchi nella carta. Edison più tardi modificò la struttura del supporto usando un cilindro di metallo con avvolto uno strato di carta stagnola. La macchina aveva due riproduttori (combinazione puntina-diaframma): uno per registrare, uno per ascoltare. Le vibrazioni sonore venivano incise dalla puntina con una vibrazione verticale, detta “hill and dale”, collina e valle. John Kreusi, il meccanico di Edison, costruì in 30 ore di lavoro ininterrotto la macchina sulla base dei disegni di Edison, che immediatamente la mise alla prova recitando “Mary had a little lamb.” Con suo grande stupore, la macchina riprodusse la sua voce: l’uomo sentiva la sua propria voce dall’esterno del suo corpo per la prima volta nella storia. La data di questo storico risultato fu fissata al 12 Agosto 1877, ma molti pensano che in realtà sia avvenuto dopo, dato che Edison fece domanda di brevetto solo il 24 Dicembre di quell’anno. Il brevetto del fonografo, numero 200.521, fu rilasciato il 19 Febbraio 1878. L’invenzione era del tutto originale, anche se i suoi principi teorici erano stati esposti dallo scienziato francese Charles Cros in un articolo del 18 Aprile 1877. Il lavoro di Cros era comunque rimasto senza applicazione pratica.
IL PRIMO SFRUTTAMENTO COMMERCIALE
Il numero del 22 Dicembre dello Scientific American riportava: “Mister Thomas A. Edison ha recentemente visitato il nostro ufficio, ha piazzato una piccola macchina sulla scrivania, ha girato una manovella, e la macchina ci ha chiesto come stavamo, se ci piaceva il fonografo, poi ci ha informato che andava tutto bene e ci ha augurato una cordiale buonanotte.” Immediatamente ci fu grande interesse, l’invenzione fu presentata in molti quotidiani, prima di New York e poi di tutta l’America. Il 24 Gennaio 1878 veniva fondata la Edison Speaking Phonograph Company, per lo sfruttamento tramite esibizione, della nuova macchina. Come gadget, diremmo oggi, l’oggetto ebbe immediato successo, ma era difficile da far funzionare, ci voleva personale esperto, e la stagnola si lacerava dopo pochi ascolti.
Nel Giugno del 1878 Edison scrisse un articolo per la North American Review in cui indicava i possibili usi futuri del fonografo:
- Scrittura di lettere e ogni forma di dettatura senza l’aiuto di uno stenografo.
- Libri fonografici, che parleranno ai ciechi senza che essi si debbano sforzare.
- L’insegnamento del modo corretto di parlare.
- La riproduzione musicale.
- L’Album Sonoro di Famiglia – una registrazione di racconti, ricordi, eccetera da parte di membri della famiglia con le loro voci, e le ultime parole dei morenti.
- Carillon e giocattoli.
- Orologi che annunceranno in frasi articolate il tempo per andare a casa, andare a tavola, e così via.
- Conservazione delle lingue attraverso la esatta riproduzione della pronuncia.
- Scopi educativi: come la conservazione delle spiegazioni fornite da un insegnante, così che l’alunno possa ad esse riferirsi in ogni momento, e lezioni di ortografia o di altro tipo che possano essere riascoltate per facilitarne l’apprendimento a memoria.
- Collegamento con il telefono, così da renderlo uno strumento di trasmissione di informazioni permanenti e di grande valore, invece di esser solo fornitore di comunicazione momentanea e passeggera.
Con il tempo, l’interesse del pubblico per la novità dell’invenzione scemò, ed Edison per un po’ non lavorò più sul fonografo, concentrandosi invece sull’invenzione della lampadina a incendescenza.

Nello spazio lasciato libero da Edison altri si mossero per migliorare il fonografo. Nel 1880 Alexander Graham Bell vinse il Premio Volta di $10,000 messo in palio dal governo francese per l’invenzione del telefono. Bell investì il capitale nella realizzazione di un laboratorio per ricerche nel campo della elettricità applicata all’acustica, lavorando con il cugino Chichester A. Bell, ingegnere chimico, e lo scienziato Charles Sumner Tainter. I loro miglioramenti alla invenzione di Edison consistevano nell’uso di cera invece di carta stagnola e di uno stilo mobile invece che rigidamente fissato, che poteva incidere il cilindro invece di intaccarlo. Queste innovazioni furono brevettate il 4 Maggio del 1886. La macchina veniva esibita in pubblico come “graphophone”. Inviati di Bell e Tainter si recarono da Edison per discutere una possibile collaborazione sull’apparecchio, ma Edison rifiutò e decise di migliorare il fonografo da solo. Il suo lavoro iniziale tuttavia era basato su quello di Bell e Tainter, specie per l’uso di cera; e l’apparecchio si chiamò il New Phonograph. L’8 Ottobre 1887 veniva fondata la Edison Phonograph Company per lanciare sul mercato la nuova Macchina di Edison. Nel Maggio 1888 veniva introdotto l’Improved Phonograph, seguito subito dopo dal Perfected Phonograph. I primi cilindri di cera usati da Edison erano bianchi e fatti di resina, cera d’api, e cera stearica.
L’uomo d’affari Jesse H. Lippincott assunse il controllo della nascente industria discografica diventando licenziatario unico della American Graphophone Company e acquistando da Edison la Edison Phonograph Company. Creando una organizzazione che sarebbe arrivata a includere la maggior parte degli altri produttori di fonografi del Nord America, Lippincott fondò in 14 Luglio del 1888 la North American Phonograph Company. La sua idea del potenziale commerciale del fonografo era basata sul suo uso come dittafono negli uffici delle ditte a cui gli apparecchi venivano dati in affitto, ma questa linea commerciale si rivelò sbagliata, anche a causa della forte opposizione degli stenografi.
EDISON AVVIA LA PRODUZIONE DI CILINDRI E FONOGRAFI
Nel frattempo, la Edison Factory cominciò nel 1890 a produrre bambole parlanti per la Edison Phonograph Toy Manufacturing Company. Le bambole adoperavano piccoli cilindri di cera. Il rapporto di Edison con la ditta finì nel Marzo del 1891, e le bambole oggi sono molto rare. La fabbrica di fonografi Edison iniziò anche a produrre cilindri musicali per fonografi a gettone che venivano usati da alcune delle compagnie controllate. Questi primordiali “jukebox” furono uno sviluppo che indicava il futuro dei fonografi come apparecchi da intrattenimento.
Nell’Autunno del 1890, Lippincott si ammalò e cedette il controllo della North American Phonograph Co. a Edison, che era il suo principale creditore. Edison cambiò la politica della compagnia, orientandola verso la vendita diretta delle macchine, ma lasciò il resto inalterato. Edison incrementò anche l’offerta di cilindri da intrattenimento, che dopo il 1892 vennero prodotti in una cera che dai collezionisti è chiamata “cera marrone”. Malgrado il nome, il colore dei cilindri variava da bianco sporco a marrone scuro. In genere un annuncio all’inizio della registrazione comunicava il titolo, l’artista, e la compagnia di produzione.
Nel 1894, Edison mise in liquidazione la North American Phonograph Company, e con questa mossa potè riacquistare i diritti della sua invenzione. Ci vollero due anni prima che la liquidazione fosse formalmente conclusa, dando la possibilità ad Edison di promuovere l’apparecchio sul mercato. L’Edison Spring Motor Phonograph fu lanciato nel 1895, anche se tecnicamente Edison non aveva ancora l’autorizzazione a vendere fonografi, nelle more della procedura di liquidazione. Nel Gennaio 1896 egli fondò la National Phonograph Company per la produzione di fonografi destinati all’intrattenimento domestico. Entro tre anni vennero aperte in Europa le prime filiali della ditta, e dopo lo Spring Motor Phonograph fu lanciato lo Edison Home Phonograph. A questo punto iniziò la distribuzione commerciale dei cilindri con l’etichetta della nuova compagnia. Un anno dopo veniva prodotto l’Edison Standard Phonograph, che venne presentato alla stampa nel 1898. Era il primo fonografo a portare il simbolo di Edison. I prezzi degli apparecchi erano sostanzialmente calati, dai 150 dollari dei primi (nel 1891) ai 20 per il modello Standard e addirittura ai 7.50 per un modello denominato Gem, introdotto nel 1899. I cilindri di formato standard, che tendevano ad essere lunghi 4.25 pollici con diametro 2.1875 pollici, costavano 50 centesimi l’uno e generalmente venivano registrati a 120 r.p.m. Sui cilindri venne incisa un’ampia varietà di brani: marce, ballate sentimentali, inni religiosi, monologhi comici, e descrizioni verbali che offrivano la ricostruzione di eventi storici, e “coon sogns”: popolari canzoni “nostalgiche” sul vecchio Sud, in cui gli Afroamericani sono appunto chiamati con il termine “coon”, ancora più razzista di “nigger”, eseguite in genere da artisti bianchi di vaudeville che si esibivano in “blackface” nei “minstrel show”. Per una affascinante storia anche visiva del razzismo, è utile il Jim Crow Museum (www.ferris.edu/htmls/news/jimcrow/menu.htm). “Coon” è una abbreviazione di “raccoon” e indica il nero pigro, bruto, animalesco, capace anche di essere irrispettoso, al contrario di una Mamie o di un Sambo. La versione infantile del coon : il pickaninny altro sostantivo usato in molti titoli di cilindri. I primi cilindri avevano due notevoli problemi. Il primo era l’insufficiente durata, solo due minuti. Questo obbligava a restringere di molto la scelta del repertorio. Il secondo era che non esisteva un metodo di produzione di massa. Nella maggior parte dei casi, gli artisti dovevano ripetere le loro esecuzioni per poter arrivare a produrre una certa quantità di cilindri. Questo era estremamente dispendioso e comportava tempi di produzione molto lunghi. L’Edison Concert Phonograph, che aveva maggior volume e un cilindro di maggiori dimensioni (lungo 4.25 pollici con diametro 5 pollici) fu introdotto nel 1899, al prezzo di 125 dollari, mentre i cilindri pi grandi costavano 4 dollari. Il Concert Phonograph non fu un successo commerciale, e malgrado i prezzi per l’apparecchio e per i suoi cilindri venissero drasticamente ridotti, la produzione cessò nel 1912.
Inoltre nel 1894 Emil Berliner aveva lanciato sul mercato il disco fonografico, con la creazione della United States Gramophone Company a Washington, e malgrado il disco piatto – registrato con tecnica orizzontale, cioè con lo stilo che vibrava da destra a sinistra, e non dal basso in alto, assicurando quindi costanza di profondità al solco – offrisse a quel momento una qualità di riproduzione inferiore al cilindro, esso poteva godere di tre grandi vantaggi: la maggiore robustezza, la facilità di conservazione in spazi limitati e la possibilità di essere facilmente prodotto in grandi quantità. Inoltre il disco consentiva di imprimere titolo e interprete in modo facilmente leggibile al centro, mentre i primi cilindri riportavano a volte solo il numero di catalogo graffiato sull’area non incisa, difficilmente leggibile; essi venivano venduti con piccoli foglietti inseriti nella confezione e riportanti le informazioni, ma questi foglietti andavano facilmente persi (e oggi sono assai rari). E’ vero che molti cilindri includevano all’inizio una sorta di annuncio parlato, ma poter scegliere in un negozio il disco con un’occhiata all’etichetta era assai più attraente.
I CILINDRI “GOLD MOULDED”: LA PRODUZIONE DI MASSA
Finalmente nel 1901 fu messo in pratica un procedimento per la produzione di massa di cilindri. Essi venivano modellati, invece che incisi da uno stilo, e veniva usata una cera più dura. Il processo venne pubblicizzato come “Gold Moulded” perchè gli elettrodi d’oro usati nel procedimento producevano un vapore dorato. Dalla matrice d’oro primaria venivano create delle matrici secondarie; ognuna poteva fornire da 120 a 150 cilindri al giorno. La nuova cera usata era nera, e i cilindri vennero inizialmente chiamati New High Speed Hard Wax Moulded Records ma successivamente il nome venne cambiato in Gold Moulded. A metà del 1904, i risparmi ottenuti con la produzione di massa dei cilindri si riflettevano nella diminuzione del prezzo, che veniva portato a 50 centesimi. Per poter indicare i titoli si dotarono i cilindri di estremità svasate. Nel frattempo un nuovo dittafono a cilindro veniva immesso sul mercato per contrastare i modelli efficienti e poco costosi prodotti dalla Columbia. L’aggiunta di motori elettrici e modifiche nel modo di funzionamento trasformarono il fonografo di Edison in un completo sistema di dettatura composto da tre macchine: quella in cui il dirigente dettava le lettere, quella della segretaria per la trascrizione e un apparecchio per rifilare i cilindri usati e poterli riusare. Dopo il 1916 fu introdotto un apparecchio ulteriormente migliorato, l’Ediphone, che diventò sempre più popolare dopo la I Guerra Mondiale e negli anni ’20.
Nel frattempo continuava l’evoluzione del disco piatto: dopo una battaglia legale che lo lasciò esausto, amareggiato e rovinato Emil Berliner cedette la sua compagnia all’ingegnere Eldridge R. Johnson che nel 1901 ne cambiò definitivamente il nome in Victor Talking Machine Company. Costruì una grande fabbrica nella sua città natale di Camden, nel New Jersey, e la Victor, una diretta filiazione della Berliner Gramophone Company, si avviò a diventare l’etichetta discografica più importante del mondo. I suoi dischi non erano più di gomma vulcanizzata come i primi Berliner, ma in lacca, e successivi miglioramenti (l’introduzione di tecniche di masterizzazione e riproduzione più raffinate, l’avvio della produzione di fonografi a motore elettrico) resero il formato sempre più popolare.
In termini di durata, il cilindro di 2 minuti non poteva competere con i dischi della concorrenza, che potevano arrivare fino a quattro minuti. Per far fronte a questa situazione nel Novembre 1908 Edison introdusse l’Amberol Record, con solchi più sottili dei cilindri da due minuti che gli consentivano di ospitare fino a 4 minuti di musica. Da questa data in poi i cilindri a minore durata vennero chiamati Edison Two-Minute Records, e dopo Edison Standard Records. Nel 1909 veniva lanciata sul mercato una serie di Grand Opera Amberol (una continuazione dei Grand Opera Cylinder di due minuti introdotti nel 1906) con la speranza di attrarre la clientela di classe più elevata, ma il nuovo tentativo si rivelò come il primo fallimentare. Nel 1909 veniva introdotto il fonografo Amberola I, un modello di lusso da pavimento con alta qualità di riproduzione, che si sperava potesse competere con i modelli Victrola e Grafonola.
LA FINE DELL’ERA DEI CILINDRI
La Columbia, una dei principali concorrenti di Edison, abbandonò nel 1912 il mercato dei cilindri, dopo che dal 1909 si era comunque limitata a commercializzare cilindri che acquistava dalla Indestructible Phonographic Record Company. L’United States Phonograph Company interruppe la produzione dei suoi cilindri marca U.S. Everlasting nel 1913, lasciando al solo Edison il mercato dei cilindri. La popolarità del disco era enormemente cresciuta tra il pubblico, grazie principalmente agli artisti di grande successo presenti nel catalogo Victor, ma Edison non accettava di rinunciare al cilindro, e invece introdusse il Blue Amberol Record, cilindro infrangibile che rappresentava in quel momento probabilmente la migliore qualità sonora disponibile. La sua qualità audio era anche dovuta alla sua intrinseca superiorità tecnica: il cilindro ha una velocità angolare alla superficie incisa costante dall’inizio alla fine, mentre il disco piatto introduce una distorsione maggiore nei solchi interni dovuta al rallentamento introdotto dalla variazione del raggio. Inoltre era garantito per oltre 3000 ascolti, grazie all’uso della celluloide, la stessa che è ancora usata per le palle da biliardo, che garantiva una superficie molto meno rumorosa della lacca usata per i 78; la solidità era assicurata da una anima di gesso di Parigi. I sostenitori di Edison mettevano in evidenza anche come il sistema di incisione verticale del solco producesse una sonorità più fedele del sistema orizzontale adottato dalla Victor e dagli altri concorrenti che avevano adottato il disco piatto. Tuttavia i cilindri erano ormai stati soppiantati dai dischi, e anche la superiore qualità sonora dei Blue Amberol non poté persuadere il grande pubblico a tornare a comprare i cilindri. Edison si arrese a questa realtà e nel 1913 annunciò l’entrata in produzione dell’Edison Disc Phonograph. Ma la Edison Company non abbandonò i suoi clienti che erano rimasti fedeli al cilindro, e continuò a produrre cilindri Blue Amberol fino alla chiusura, anche se la maggior parte dopo il 1915 (n. 2488, “By The Setting of the Sun”) erano ormai copiati dagli Edison Diamond Disc. La produzione di cilindri cessò definitivamente nel 1929, l’anno in cui moriva Emil Berliner, inventore del disco piatto che aveva causato la fine dei cilindri.
IL CILINDRO E IL JAZZ
Il leggendario “cilindro di Buddy Bolden” che sarebbe stati inciso dal trombettista di New Orleans nel 1898 è probabilmente una creazione della fantasia e comunque non è mai stato trovato, ma è probabile che musicisti della città del Delta in tour abbiano inciso su cera alcuni brani, per scopo promozionale o per inviarli alla Edison per proporsi come artisti da aggiungere al prestigioso catalogo. Tali supporti, assai fragili e sensibili anche alle variazioni di temperatura, sono molto probabilmente andati persi o riciclati. E’ noto che i gusti musicali di Edison andavano a tutt’altro genere di musica, anche se accettò di incidere e pubblicare brani di ragtime e soprattutto “coon song”. Interessanti dal punto di vista musicale sono alcune registrazioni di ragtime: sia su banjo, specialmente di Vess Ossman, che orchestrale. Le ricerche nell’archivio Edison hanno svelato che molte delle registrazioni di jazz furono proposte a Edison che tuttavia le rifiutò, e rimasero pertanto inedite: l’affascinante resoconto di questa vicenda è stato presentato a un congresso della Associazione degli Archivi Sonori, ed è disponibile online in una trasmissione radio che comprende anche l’ascolto di molte di queste registrazioni inedite: http://wfmu.org/playlists/shows/22920.
La prima volta che la parola Jazz (scritta Jaz) è stata usata su disco risale non ai celebri dischi della Original Dixieland Jazz Band del 1917 ma alla oscura registrazione di “That Funny Jaz Band from Dixieland” dei solisti Collins and Harlan con accompagnamento orchestrale, nel 1916. Incisa su Diamond Disc e poi trascritta su cilindro, l’incisione di jazz ha solo il nome, e l’ascolto prova come l’orchestra non avesse idea della musica in questione.
LA COLLEZIONE DI SIENA JAZZ
La collezione consta attualmente di 48 cilindri e 9 scatole vuote: 1 Edison Blank, 2 Oxford, (2 e 4 minuti) 3 Everlasting (2 da 4 e 1 da 2 minuti) 1 Columbia (Gold Molded), 1 Lakeside e 1 Indestructible.
Per suonarli è stato acquistato un Edison Standard originale e perfettamente restaurato.
Dal punto di vista dell’interesse jazzistico generale l’oggetto più antico di questa collezione e quindi dell’intero Archivio Sonoro è il cilindro Edison 2606, “Darkies’ Patrol”, registrato intorno al 1896/97 da Sylvester “Vess” L. Ossman. Nato nel 1868 e morto nel 1923, Ossman fu uno dei primi banjoisti popolari nell’era della registrazione audio. Ad iniziare dal suo primo cilindro, registrato nel 1893, contenente la marcia “Washington Post” di John Phillip Sousa, la sua fama fu diffusa in lungo e in largo da migliaia di registrazioni dei brani più popolari, marce e ragtime. Prima del successo di Ossman, molto di quello che veniva pubblicato per il banjo era nella vena classica, o sentimentale. Una volta che il nome di Ossman si affermò, gli editori si misero a produrre freneticamente brani influenzati dal ragtime a centinaia, per un pubblico che sembrava non averne mai abbastanza. Sui rapporti tra il jazz e l’Italia è interessante notare l’incisione di un rag già nel 1916 da parte del fisarmonicista italiano Frosini, uno dei molti virtuosi di questo strumento che si affermarono nel nuovo mondo con uno stile fiorito e spettacolare che veniva adattato alla esecuzione di celebri arie d’opera, alla musica da ballo di stile europeo, e ai nuovi generi americani come il blues e il rag: nell’era del 78 giri sarà il piemontese Pietro Deiro a diventare estremamente popolare.
RISORSE WEB
National Park Service, Edison Historic Site: www.nps.gov/edis/home.htm
Un privato e la sua straordinaria collezione: members.aol.com/rondeau7/index.htm
La pagina dedicata a Edison dalla Library of Congress con registrazioni da ascoltare:
memory.loc.gov/ammem/edhtml/edsndhm.html
Il progetto per la conservazione e la digitalizzazione dei cilindri all’Università della California, con oltre 5000 registrazioni su cilindro da ascoltare, tra cui molte di quelle conservate anche a Siena: cylinders.library.ucsb.edu/
Link to the Siena jazz cylinder collection
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